Gioco, l’importante sfida della regolamentazione

Ultimo Aggiornamento 25 ott 2021
Gioco, l’importante sfida della regolamentazione

Quando si parla di regolamentazione del gioco, ci si riferisce ad espedienti economici, politici o sociali per gestire al meglio la gestione del gioco. Gli obiettivi sono dettati dalle necessità erariali e di rispetto della legge, quindi di procedura, costo e implementazione. I sistemi di regolamentazione differiscono da Paese a Paese. Ma se parliamo della figura di Regolatore, a cosa ci riferiamo?

Nel Regno Unito, ad esempio, i diversi agenti dello Stato tentano di far combaciare i principi e gli obiettivi: la Gambling Commission (GC), il Dipartimento che controlla il gioco (Department of Culture, Media and Sports-Dcms) e il Tesoro. La GC, secondo statuto, deve proteggere la società, la correttezza e il funzionamento del mercato, il DCMS deve raccogliere soldi per progetti culturali, sportivi e altre attività caritatevoli e, come agenzia governativa, evitare problemi politici che derivino dal mondo del gioco, mentre il Tesoro deve assicurarsi il massimo delle entrate. Ma chi gestisce queste diverse esigenze, spesso in contraddizione tra di loro, è il regolatore, la Gambling Commission.

La GC inglese, sotto la presidenza di Sarah Harrison, ha preso molto sul serio la misoginia che esiste nell’industria del gioco. Ma anche il Regno Unito non è privo di tensioni tra la salvaguardia del business del gioco e la prevenzione dei problemi che derivano da esso.

Il regolatore ha un compito importante, perché, quando la GC è stata fondata, il legislatore le ha affidato il compito di proteggere la società da quelli che sono gli effetti nocivi del Gioco. Ma se nel Regno Unito la salvaguardia del giocatore e della società viene prima di tutto per legge, non funziona allo stesso modo in altri paesi.

Se consideriamo l’Italia, la legislazione sul gioco è affidata al ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi le esigenze erariali hanno precedenza su tutte le altre. Il regolatore italiano combatte contro gli effetti nocivi del gioco proprio perché pesano sul sistema erariale. In questo caso, il compito del regolatore si fa più difficile, in quanto le legislazioni che governano il gioco sono sparse in varie finanziarie e le priorità, sono erariali, per cui la protezione del giocatore viene successivamente. Nei Paesi scandinavi, invece, il gioco illegale è combattuto dalle autorità soprattutto perche causa danni alla società.

Generalmente il settore non è ben visto, considerato come un'industria predatrice. Ma è anche vero che molte giurisdizioni, Italia in primis, devono semplificare le regolazioni e leggi che governano l’industria del gioco. Per esempio, ci sono Paesi, come gli Stati Uniti o la Germania, che hanno diversi sistemi regolatori dentro lo stesso Paese, un fattore problematico soprattutto nel 2020, quando la tecnologia rende le frontiere regionali e politiche obsolete. La tecnologia, infatti, gioca a scapito delle leggi e del regolatore.

Ma come dovrebbe comportarsi un regolatore? Un regolatore deve muoversi in una serie di intricate situazioni, economiche, sociali, legislative e politiche, prendere in considerazione l’opinione pubblica, deve essere attento a cosa possa essere giuridicamente, culturalmente e socialmente accettabile, e comprendere i mezzi con cui restare fedele alla sua missione statutaria.

A rendere tutto più difficile, le questioni relative al gioco dei minorenni, un problema particolarmente avvertito anche in Italia. È quindi importante, anzi essenziale, che tutti i protagonisti in gioco, aziende, governo, regolatori e società civili, collaborino per tutelare l’interesse comune.

Vittorio Perrone

Ruolo: Content Manager e Writer
Esperienza: 5+
Specializzazione: Recensioni e news

Giornalista pubblicista poliedrico. Si occupa per Giochidislots della redazione di articoli, report e infografiche sul settore del gioco legale italiano e internazionale. Collabora attivamente anche con il quotidiano online sportivo SpazioNapoli e il magazine Sportcafe24.com