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Abolizione Decreto Dignità: uno stop che può causare problemi

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha chiesto ulteriori approfondimenti prima di prendere una decisione sulle nuove Linee Guida che dovrebbero portare all'abolizione del Decreto Dignità.
Abolizione Decreto Dignità: uno stop che può causare problemi

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha chiesto ulteriori approfondimenti prima di prendere una decisione sulle nuove Linee Guida che dovrebbero portare all'abolizione del Decreto Dignità. Questo stop crea un problema non di poco conto su una questione che è diventata sempre più impellente. Ė infatti evidente come il Decreto Dignità abbia fallito nella propria missione primaria, ovvero ridurre il gioco illegale e la ludopatia. Contrariamente a quanto si era ipotizzato, infatti, l'abolizione della pubblicità ha finito per generare confusione nei giocatori che, senza indicazioni precise su come scegliere i casinò sicuri, sono stati facili vittime di siti illegali che hanno presentato offerte di gioco più alte, ma prive degli standard di sicurezza dei casinò ADM.

Il nuovo timing per permettere di prendere una decisione riguardo la suddetta questione, rischia di mettere a rischio anche il bando di gara relativo all'assegnazione delle licenze. La prossima riunione del consiglio è infatti fissata per il 13 maggio ma, con tutta probabilità, non sarà utile come data per arrivare a una soluzione. Si teme dunque uno slittamento a giugno. Se così fosse, nel caso in cui le nuove Linee Guida fossero approvate, si dovrebbe comunque avviare una consultazione di almeno 30 giorni.

La necessità di cambiare

Perché è tanto importante abolire il Decreto Dignità? Non basta la sua inefficacia contro il gioco illegale a spiegare il cambiamento che si vuole mettere in atto. In realtà, la questione va analizzata più approfonditamente. L'abolizione della pubblicità diretta ha portato diverse case da gioco a sviluppare quella indiretta, creando ancora più confusione nell'utente. Un esempio potrebbe essere lo spot di Eurobet che vede il campione del mondo del 2006 Luca Toni, come testimonial. In questo caso si pubblicizzano le statistiche e gli approfondimenti sportivi sul sito Eurobet.live promuovendo “in maniera indiretta” ma corretta a livello legale il noto operatore. Risulta evidente dunque, come da tempo il Decreto Dignità abbia dei limiti e questo non fa che alimentare problemi a livello comunicativo.

Il secondo aspetto da considerare sta nel recente decreto legislativo di riordino del gioco online che impone agli operatori digitali di svolgere attività di comunicazione sul gioco responsabile. Tale indicazione è in palese contraddizione con il Decreto Dignità che vieta qualsiasi comunicazione in materia. Di fatto si tratta di un autogol a cui porre rimedio per permettere una comunicazione più corretta e trasparente che dia forza all'AGCOM.

La missione del nuovo Decreto

Se le nuove linee guida fossero accolte, sarebbe possibile una campagna pubblicitaria mirata verso il giocatore per permettergli di comprendere, anzitutto la differenza tra gioco legale e illegale (questione tornata prepotentemente alla ribalta dopo i casi dei calciatori Fagioli e Tonali). In seconda battuta le nuove disposizioni sull’utilizzo dei loghi delle imprese concessionarie nelle campagne di gioco responsabile, darebbero maggior consapevolezza ai giocatori in modo da abbassare i casi di gioco patologico. Per evitare i tentativi di emulazione, ad esempio, è stato inserito nel documento presentato, un articolo in cui si vieta che i testimonial delle case da gioco online siano personaggi popolari e con un grande appeal.

La sentenza UE e la controversia in Lituania

A appoggiare il nuovo Decreto è anche la UE. Recentemente la Corte di giustizia dell’UE ha pubblicato una sentenza sulla regolamentazione del gioco d’azzardo online. Il compito si era reso necessario per dirimere una controversia in Lituania tra una società di gioco d’azzardo online e l’autorità lituana di vigilanza del settore. In pratica si voleva sapere se una norma nazionale che vieta di promuovere il gioco d’azzardo online tramite il sito dell’operatore debba essere considerata una «regola tecnica». Con questo termine, sempre secondo la UE, si intende ogni specificazione o requisito obbligatorio per i servizi della società dell’informazione, cioè servizi forniti dietro pagamento, a distanza, via internet e su richiesta individuale. Se una regola tecnica può ostacolare il mercato interno europeo, lo Stato che la adotta deve notificarla alla Commissione europea e agli altri Stati membri. 

In base a questo, la Corte ha stabilito che una norma che vieta la pubblicità del gioco d’azzardo online è una regola tecnica e va quindi notificata alla Commissione UE prima della sua approvazione. Di fatto, dunque, il Decreto Dignità ricade in questo scenario. 

La mancata notifica a suo tempo potrebbe quindi portare a un decadimento automatico. Le vie legali, però, sono sempre lunghe e farraginose, mentre un nuovo Decreto è una necessità impellente. Rimane da capire quindi la tempistica di una riforma che non può più essere rimandata.

 

Natalia Chiaravalloti

Ruolo: Senior Content Manager
Esperienza: 6+
Specializzazione: Recensioni casinò e news

Esperta nei processi formativi e copywriter specializzata nel settore dei giochi online. Collabora con diversi brand del gambling nella creazione di articoli e recensioni sui migliori operatori di gioco italiani e spagnoli, oltre che ad essere Head Writer di Giochi di Slots.

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