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I 5 falsi miti del gioco d’azzardo smontati da CeJuego d’azzardo

I 5 falsi miti del gioco d’azzardo smontati da CeJuego d’azzardo

L’associazione spagnola ha risposto con report e dati dettagliati ai campanelli d’allarme del Ministero della Salute iberico, descrivendo uno scenario molto diverso rispetto a quello delineato dall’esecutivo negli ultimi anni

Il principale problema che affligge il gioco d’azzardo sono i preconcetti e le percezioni errate da parte dell’opinione pubblica. In Spagna - Paese estremamente attento al gioco d’azzardo e alla sua regolamentazione - sembra che anche le comunicazioni ufficiali esternate dal Ministero della Salute contribuiscano a ingenerare confusione senza trovare reale riscontro con quella che è la realtà dei fatti.

Secondo l’associazione CeJuego, che rappresenta all’incirca il 70% del settore gioco privato in Spagna, l’ultimo report sulle dipendenze comportamentali confuta l’allarmismo che viene fatto dalle istituzioni e che viene usato come giustificativo delle norme sempre più restrittive sul settore.

Lo studio, analizzato dall’associazione, concerne il gioco in denaro, l’utilizzo di videogiochi e l’uso compulsivo di internet e di altre potenziali forme di dipendenza. Analizzando il documento, CeJuego rileva come i dati messi nero su bianco confuterebbero parole dell’esecutivo spagnolo.

Incrociando le statistiche, emerge infatti che il gioco d'azzardo privato sta vedendo un calo nella partecipazione dei giocatori con possibile disturbo da gioco d’azzardo patologico, esattamente il contrario di quanto dichiarato dal governo.

In particolare, dal 2018 si è assistito a un calo del 22% dei giocatori in generale, mentre i giocatori potenzialmente problematici sono calati del 35%.

L'unico tipo di gioco che si è dimostrato in costante crescita in termini di afflusso numerico sono le lotterie e i gratta e vinci: proprio le due categorie facenti parte del gioco pubblico e non soggette alle restrizioni invece riservate al gioco d'azzardo privato.

È così che CeJuego (Consejo empresarial del Sector del Juego) ha deciso di stilare un documento con cui confuta i 5 falsi miti che emergono dalla narrazione politica, la quale rischia di generare stereotipi e luoghi comuni, danneggiando in primo luogo i consumatori. E lo fa partendo proprio dal Rapporto sulle Dipendenze Comportamentali 2022 del Ministero della Salute.

Primo mito: gli utenti del gioco privato crescono a dismisura

Il primo mito da scardinare è quello della costante crescita dei giocatori del gioco d’azzardo privato, i quali in realtà, risultano in diminuzione.

Sono invece costanti quelli del gioco pubblico e sono invece in crescita quelli che scelgono lotterie istantanee e gratta e vinci.

In particolare, gli utenti del gioco d’azzardo terrestre, a cui viene attribuita una crescita sproporzionata, sono in calo del 12%, trend discendente che riguarda gli ultimi sei anni.

Medesimo discorso per le slot machine, in calo del 20%, il bingo (-29%), i giochi in denaro (-48%), i casinò games (-58%) e i giochi arcade (-56%).

Secondo mito: i giovani cominciano a giocare sempre prima

Il secondo falso mito è che i giovani inizino a giocare sempre prima. In realtà, gli utenti gambling iniziano a giocare a 23,3 anni e, negli ultimi sei anni, l’età ha registrato un ulteriore aumento. Nel 2018, il primo gioco in denaro veniva effettuato a 26,8 anni, mentre nel 2022 a 26,3.

Per quanto riguarda il gioco in presenza, nel 2018 l’età della prima puntata era 22,8 mentre nel 2022 era di 23,3.

Terzo mito: la ludopatia è in forte crescita

 Il terzo falso mito riguarda la percezione dei giocatori d’azzardo patologici che, secondo il ministero spagnolo incrementano in modo galoppante. In realtà, CeJuego rileva come la quantità di persone con possibilità di sviluppare disturbi patologici stia diminuendo costantemente negli anni.

La Sanità iberica cataloga come giocatori problematici l’1,3% degli utenti fra i 15 e i 64 anni: nel 2018 erano il 2%. Gli utenti che, invece, potrebbero sviluppare un disturbo del gioco attualmente raggiungono lo 0,4%, demarcando un calo del 20% dal 2018.

Quarto mito: il gioco è la più grande minaccia per i giovani

Il quarto mito che CeJuego ha inteso sfatare recita che il gioco d’azzardo rappresenta la più grande minaccia per i giovani.

Dai dati raccolti emerge, però, che i principali pericoli per i giovani fra i 14 e i 18 anni riguardano invece le possibili dipendenze da videogames e internet: rischi raddoppiati per i primi e di sette volte superiori per il secondo.

Quinto mito: il gioco è quotidiano

Si arriva così al quinto - e ultimo - falso mito, quello secondo cui il gioco è un’abitudine quotidiana degli utenti. Anche in questo caso, i dati analizzati da CeJuego rispecchiano una realtà ben diversa: l’87% dei giocatori gioca da una volta al mese a una volta all’anno, il 49,1% dei quali giocano don denaro una volta all’anno e il 37,8% una volta ogni 30 giorni.

Gli utenti che fanno del gioco un’abitudine quotidiana sono soltanto il 3% del totale, una percentuale in calo del 30% rispetto al 2018.

I vertici di CeJuego, a conclusione, auspicano in una maggiore attenzione sullo scenario presentato ai giocatori, soprattutto senza differenze tra il gioco pubblico e quello privato. La speranza è inoltre che il gioco pubblico venga sottoposto agli stessi controlli e alle stesse restrizioni del gioco privato, nell’ottica di una regolamentazione unica che possa vigilare su tutti gli operatori.

Un livello crescente di protezione è lo step decisivo per la tutela dei minori e la valorizzazione sana del gioco d’azzardo globale.

Natalia Chiaravalloti

Ruolo: Senior Content Manager
Esperienza: 6+
Specializzazione: Recensioni casinò e news

Esperta nei processi formativi e copywriter specializzata nel settore dei giochi online. Collabora con diversi brand del gambling nella creazione di articoli e recensioni sui migliori operatori di gioco italiani e spagnoli, oltre che ad essere Head Writer di Giochi di Slots.