In Gran Bretagna, patria del betting, il Betting and Gaming Council (BGC) ha lavorato a stretto contatto con tutte le maggiori federazioni sportive britanniche, sviluppando un codice di condotta volontario intersettoriale per gli accordi di sponsorizzazione delle scommesse. Ciò comporta un aumento degli standard di sicurezza sulla sponsorizzazione del gioco d’azzardo. Il nuovo quadro si baserà principalmente su quattro principi chiave: protezione, responsabilità sociale, reinvestimento e integrità.
Codice di condotta sponsor: I quattro principi cardine
Il Betting and Gaming Council ha creato un nuovo codice di sicurezza per quel che riguarda le sponsorizzazioni del betting.
Il primo principio è quello che riguarda la protezione dei bambini e dei giovani. Ciò significa che la sponsorizzazione del gioco d’azzardo deve essere mirata per limitarne la portata e la promozione ai minori di 18 anni e a tutti i soggetti che potrebbero essere considerati a rischio.
Il secondo principio è inerente alla responsabilità sociale. Questo comporta che ogni volta che si veicola un messaggio di sponsorizzazione, quest'ultimo deve farsi garante di messaggi di educazione e sensibilizzazione come parte dell'attività di marketing.
Il terzo principio riguarda il reinvestimento nello sport. In pratica i proventi commerciali derivanti dalla sponsorizzazione del gioco d’azzardo devono essere reinvestiti in infrastrutture e programmi al servizio dei tifosi e delle comunità.
Infine, il quarto principio mira al mantenimento dell’integrità sportiva. Ciò significa che le sponsorizzazioni non dovranno in alcun modo inficiare la lealtà e la correttezza sportiva, né danneggiare il benessere dei partecipanti che vi prendono parte.
Con questo nuovo protocollo la Gran Bretagna firma un passo importante importante nell'evoluzione delle sponsorizzazioni in materia di betting.
La situazione in Italia: non c'è dialogo tra federazioni sportive e istituzioni
Se in Gran Bretagna il gioco d'azzardo lavora a braccetto con le federazioni sportive non altrettanto si può dire in Italia. Il Decreto Dignità ha posto fine alle sponsorizzazioni dei siti di betting nel calcio. Diverse società hanno trovato una scappatoia nella norma, che vieta la sponsorizzazione solo se si fa esplicito riferimento alle scommesse sportive. Per questo l'Inter ha potuto firmare un accordo del valore di 30 milioni annui con Betsson.sport, una delle aziende più importanti del mondo del betting che è di proprietà della stessa società che gestisce StarCasinò in Italia.
Quello che prima era solo un buco normativo, ormai è una vera voragine, al punto che il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ha avanzato l'ipotesi di far tornare la pubblicità del tutto legale. L'idea però si scontra con la politica, sempre molto critica verso l'azzardo e che punta ad un nuovo giro di vite.
A differenza di quanto accade in Gran Bretagna, il dialogo tra federazioni sportive e istituzioni è praticamente nullo, al punto che spesso la stessa politica è entrata a gamba tesa in ambito sportivo. A questo si aggiungono diversi studi che dimostrano come gli annunci di siti e piattaforme di scommesse hanno un effetto deleterio sulle ludopatie, soprattutto per gli utenti più giovani.