Si è recentemente tenuto l'evento «Giocare da grandi, le rilevazioni dell’osservatorio sul gioco pubblico» in cui è stata presentata la ricerca SWG in collaborazione con Brightstar e Formich. Tale ricerca ha riguardato il punto di vista di psicologi e psicoterapeuti sugli italiani e il gioco patologico e ha visto protagonisti ben 101 esperti sul tema.
I dati della ricerca SWG
La ricerca condotta da SWG in collaborazione con Brightstar e Formich ha permesso di avere l'autorevole opinione di esperti sul tema del gioco patologico. In base allo studio, Il 61% dei professionisti intervistati ha dichiarato di aver avuto almeno un paziente con problematiche legate al gioco. Da notare che l'89% degli intervistati lavora in uno studio privato contro il 3% che esercita in strutture pubbliche. Ciò dimostra come i pazienti abbiano una sorta di timore di rivolgersi a enti pubblici per le proprie problematiche.
C'è stata una domanda in particolare che merita una riflessione. Agli intervistati è stato infatti chiesto: «Facendo 100 il numero di pazienti che ha seguito nella sua carriera, quanti, indicativamente presentavano problemi legati ai giochi con vincita in denaro?»
Le risposte hanno delineato un quadro preciso: Il 60% ha presentato problemi col gioco a soldi veri. Inoltre, secondo la ricerca , il 70% dei terapeuti dichiara che il percorso è iniziato su invito dei familiari, mentre il 27% segnala la pressione di amici o colleghi. Ciò significa che chi si sottopone al consulto degli psicologi non ha una reale percezione dei propri problemi.
Il profilo di giocatori patologici che esce fuori dalla ricerca è il seguente: maschio (81%), col gioco come problematica prevalente (7%) e insieme ad altre problematiche (21%) Da notare che chi ha problemi economici è meno problematico (18%) di chi ne è privo (36%). I casi più frequenti riguardano soggetti giovani (al 26%) o adulti per oltre 6 casi su 10, più raramente anziani.
Il pensiero di Lollobrigida su protezione e tutela dei giocatori
Mario Lollobrigida, direttore giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è intervenuto durante l’evento «Giocare da grandi, le rilevazioni dell’osservatorio sul gioco pubblico» facendo un'analisi sul gioco patologico e sugli strumenti per combatterlo.
Come prima cosa il direttore giochi di ADM ha ricordato che, con il nuovo Decreto sui giochi online sono stati previsti «degli importanti interventi di protezione a tutela dei giocatori e di prevenzione su quanto riguarda il fenomeno del gioco patologico». Controllare i giocatori è dunque diventato più semplice perché ogni concessionario può tenere continuamente sott'occhio le «attività di gioco dei vari soggetti, dei vari giocatori, quindi può organizzare azioni di prevenzione ma anche di contrasto a fenomeni compulsivi molto più importanti».
Lollobrigida ha anche sottolineato come, una grande mano da questo punto di vista arriva dai sistemi di intelligenza artificiale che permettono di capire, vedendo i tempi, le modalità di gioco degli utenti. Grazie a ciò, i suddetti sistemi possono inviare messaggi dedicati alle modalità di gioco del giocatore arrivando fino alla sospensione della possibilità di gioco.
Più preoccupante, a suo giudizio, è la questione legata al gioco fisico. Lollobrigida ammette che, in questo caso, gli strumenti a disposizione sono meno efficaci. Per questo motivo, in questo settore «parliamo soprattutto di prevenzione. Questa si fa attraverso una formazione seria degli operatori. Alcuni soggetti, alcuni concessionari, alcune associazioni di categoria già stanno cominciando su questa strada».
Il direttore giochi di ADM ha anche affrontato la questione relativa al Decreto di riordino del settore che tarda ad arrivare. A riguardo ha dichiarato che la stesura di tale documento è terminata, ma è necessario «affrontare alcuni passaggi, con gli enti locali, con le regioni e con le commissioni».
Ciò che preoccupa maggiormente, come ha riconosciuto lo stesso Lollobrigida, sono le tempistiche: Purtroppo non si sa quando si chiuderanno i lavori su questo segmento del gioco pubblico visto che stanno discutendo la possibilità di una proroga dei tempi della delega fiscale con uno slittamento ulteriore dei lavori», ha infatti concluso.
Serve quindi una accelerata per cercare di risolvere una questione ormai annosa.