Recentemente sono stati resi noti, nel corso di Fondazione FAIR Forum 2025, i risultati di una ricerca realizzata da Ipsos, che ha lo scopo di fornire un quadro il più possibile veritiero del gioco d'azzardo in Italia e sponsorizzare un cambio culturale su tale questione. Non è un mistero, infatti, che nel nostro Paese il gioco venga demonizzato, nonostante sia una delle industrie più floride. Attraverso la succitata ricerca si punta a rendere il gioco più consapevole, sostenibile e orientato al benessere delle persone, costruendo le basi di un nuovo patto sociale tra istituzioni, operatori e cittadini.
Cosa è emerso dall studio Ipsos
Lo studio realizzato da Ipsos si basa su interviste a soggetti istituzionali e operatori del settore. Da questa analisi emerge l'accezione negativa del gioco. Notoriamente quest'ultimo è sempre associato a dipendenza, rischio, denaro e azzardo. Si tratta di un'immagine rimasta polarizzata nel corso degli anni e mai evolutasi, soprattutto a causa di una carenza di informazione riguardo tale materia.
Dalla ricerca emerge un dato inquietante: l’80% dei soggetti istituzionali ritiene che il ruolo sociale del settore sia peggiorato nell'ultimo decennio. Addirittura, l'evolversi della tecnologia viene vista negativamente perché ha contribuito a una progressiva normalizzazione del gioco e a un aumento delle situazioni di rischio, soprattutto per i soggetti più vulnerabili.
Uno degli aspetti più interessanti messi in mostra dallo studio riguarda il differente concetto del termine «gioco responsabile» tra operatori e istituzioni. Infatti, mentre il 94% degli operatori vi associano l'autoregolamentazione individuale del giocatore, l'87% delle istituzioni richiamano la necessità di una co-responsabilità condivisa tra Stato, operatori e comunità. Inoltre, il 71% dei soggetti istituzionali considera il gioco responsabile poco o per nulla applicato nel contesto italiano. Questa idea nasce dalla notoria difficoltà nell'intercettare i giocatori problematici e rendere efficaci gli strumenti di prevenzione.
Altro problema rilevante riguarda la scarsa conoscenza del quadro normativo vigente. A questo riguardo è utile sottolineare come il Decreto Legge 41 del 2024, sia conosciuto in modo superficiale, nonostante si tratti di una norma cardine nel riordino del gioco d'azzardo online.
Matteo Caroli (Fair): "Serve un cambio a livello legislativo"
Matteo Caroli, Presidente della Fondazione Fair, ha commentato i risultati della ricerca, invocando un accelerata a livello legislativo. « Il nostro obiettivo è promuovere un cambio culturale che porti a un modo di intendere il gioco più consapevole, sostenibile e orientato alla tutela delle persone», ha dichiarato.
In realtà, lo studio non ha fatto altro che sottolineare un fatto già noto: il sistema del gioco pubblico in Italia presenta delle lacune che vanno colmate al più presto. Le priorità sono diverse: un rafforzamento della tracciabilità, comunicazioni più trasparenti e, soprattutto, interventi educativi ad hoc verso i giovani. Questi ultimi continuano a essere prioritari in un quadro di maggior tutela. Per poter realizzare questi progetti è però necessario un approccio integrato che coinvolga istituzioni, operatori, terzo settore e comunità scientifica. Solo attraverso queste sinergie sarà possibile creare un’evoluzione del settore verso standard più elevati e realmente orientati alla responsabilità.
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