Innovazione e Tecnologia

La UE vara l'AI Act: nuove norme per gli operatori di gioco

La Commissione Europea ha varato il cosiddetto patto per l'AI. Si tratta di un'iniziativa volontaria che vuole sostenere anche gli operatori di gioco del settore gaming
La UE vara l'AI Act: nuove norme per gli operatori di gioco

Con il nuovo AI Act dell’Unione Europea si punta a regolamentare l'Intelligenza Artificiale a livello globale, in modo da provare a scongiurare possibili derive negative. Per portare a termine questa mission sono stati coinvolti direttamente sviluppatori, fornitori, distributori e utilizzatori di sistemi AI, includendo quindi anche gli operatori del gioco d’azzardo, tra cui rientrano i migliori casinò online italiani.

Non è infatti un mistero che questi ultimi siano tra i principali sviluppatori e fruitori dell'AI, applicandola in diversi ambiti: marketing, sicurezza, prevenzione del gioco problematico e interazione con i clienti. Inoltre, per agevolare il passaggio verso il nuovo quadro normativo, la Commissione ha varato il cosiddetto patto per l'AI. Si tratta di un'iniziativa volontaria che vuole sostenere gli operatori del settore e mira a sostenere la futura attuazione dell'Act. Il fine ultimo è quello di fare in modo che tutti gli operatori si portino rapidamente al passo con le nuove norme, in modo da evitare eventuali storture legislative e conseguenti problemi di applicabilità.

Una recente tavola rotonda ha affrontato il tema dell'AI Act, analizzando in particolare le sue conseguenze nel sistema.

Il parere degli esperti sull'AI Act

Una recente tavola rotonda organizzata da WH Partners ha coinvolto figure istituzionali e rappresentanti dell’industria per approfondire le conseguenze del nuovo regolamento. Tra i relatori c'è stato Flores Gavril, Chief Strategy & Policy Officer della Malta Digital Innovation Authority (MDIA). Quest'ultimo ha spiegato che i principi chiave su cui si basa il nuovo regolamento saranno centrati su: rispetto dei diritti fondamentali, benessere sociale, sicurezza tecnica e affidabilità dei sistemi.

La sfida che si lancia con l'AI Act è quindi duplice: da una parte di intende cogliere le opportunità che l'intelligenza artificiale è in grado di garantire, dall'altro si punta a tutelare il rispetto dei diritti fondamentali, della privacy e della sicurezza degli utenti.

Per questo motivo sarà fondamentale che gli operatori fungano da supporto a questa legge, investendo in trasparenza e innovazione responsabile. In questo modo non si troveranno impreparati e potranno nel contempo aumentare la propria reputazione nel mercato europeo.

I quattro fattori di rischio dell'intelligenza artificiale

La legge sull'AI garantisce che gli europei possano fidarsi di ciò che l'Intelligenza Artificiale produce. Questo punto merita un approfondimento specifico. Non vi è infatti un problema concreto, come avanzano alcuni complottisti, che l'AI presenti dei problemi di controllo o che decida autonomamente scalzando il fattore umano, tuttavia spesso non è possibile scoprire perché un sistema di AI ha preso una decisione o intrapreso una particolare azione. Questo rende inevitabilmente difficile valutare se la decisione abbia svantaggiato o meno qualcuno.

Proprio per evitare problemi di questo tipo, l'AI Act definisce 4 livelli di rischio per i sistemi di Intelligenza Artificiale e a ognuno di essi applica un sistema di protezione. Il primo è definito il rischio inaccettabile e si verifica quando un sistema di AI si rivela una minaccia per la sicurezza a livello sociale. Per questo la legge evita alcune pratiche come la manipolazione e inganno dannosi basati sull'AI, o lo sfruttamento dannoso delle vulnerabilità basato sull'AI.

Il secondo rischio che l'AI Act tenta di prevenire è il cosiddetto rischio elevato che si verifica quando un sistema comporta delle problematiche sulla salute degli individui o sui diritti fondamentali degli individui. Si pensi ad esempio all'AI utilizzata nella costruzione delle infrastrutture. Un sistema non controllato potrebbe costruire un ponte pericoloso per chi vi passa sopra, perchè non rispetta le norme di sicurezza standard.

Vi è poi il cosidetto rischio limitato. In questo caso la legge sull'AI introduce obblighi specifici di divulgazione per garantire che gli esseri umani siano informati quando necessario per preservare la fiducia nel sistema. Questo vale ad esempio per le chatbox dove l'utente potrebbe vedersi derubato dei propri dati sensibili. Per questo attraverso la legge si punta a garantire che i contenuti generati dall'AI siano identificabili e sicuri e visibili.

Infine, vi è il rischio minimo o nullo. In questo caso la legge sull'AI non introduce norme dato che la maggioranza dei sistemi di AI attualmente utilizzati nell'UE rientra in questa categoria. Ciò include applicazioni come videogiochi abilitati all'intelligenza artificiale o filtri antispam.

Attraverso l'AI Act, dunque, la UE mira quindi a proteggere i cittadini dell'area europea da tutte le problematiche che lo sviluppo dell'Intelligenza Artificiale avrà nel corso degli anni.

Natalia Chiaravalloti

Ruolo: Senior Content Manager
Esperienza: 6+
Specializzazione: Recensioni casinò e news

Esperta nei processi formativi e copywriter specializzata nel settore dei giochi online. Collabora con diversi brand del gambling nella creazione di articoli e recensioni sui migliori operatori di gioco italiani e spagnoli, oltre che ad essere Head Writer di Giochi di Slots.

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